Fonte: https://www.ana.it/la-storia-dellana/
CENNI STORINI SULL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Al termine della Prima guerra mondiale un gruppo di reduci l’8 luglio 1919 costituì l’Associazione Nazionale Alpini. L’idea nacque a Milano, presso la Birreria Spatenbräu il cui proprietario era Angelo Colombo – uno dei soci fondatori – e fu l’inizio di una lunghissima marcia che dura tuttora.
Il primo presidente fu Daniele Crespi, dal 2013 è in carica Sebastiano Favero (i presidenti dell’Associazione).
L’Ana è associazione apartitica e si propone di (art. 2 dello Statuto):
- tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta;
- rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza;
- favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi;
- promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell’ambiente naturale, anche ai fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni;
- promuovere e concorrere in attività di volontariato e Protezione Civile, con possibilità di impiego in Italia e all’estero, nel rispetto prioritario dell’identità associativa e della autonomia decisionale.
Nel settembre del 1920 viene organizzata la prima Adunata nazionale
sull’Ortigara. A quel primo appuntamento ne seguono altri venti per
giungere, nel giugno 1940, a Torino: il secondo conflitto mondiale è
alle porte e perciò per sette anni la manifestazione è sospesa.
Nell’aprile del 1947, ricompare il giornale L’Alpino,
anch’esso nato nel 1919 su iniziativa del tenente degli alpini Italo
Balbo. Nell’ottobre del 1948 si svolge a Bassano del Grappa la prima
Adunata del dopoguerra. Dopo la sosta del 1950, anno del Giubileo, essa
riprende senza più interrompersi.
L’Associazione Nazionale Alpini presenta un organico di 345.501 soci (a dicembre 2018), con 80 sezioni in Italia, 30 sezioni nelle varie nazioni del mondo, più 8 gruppi autonomi: cinque in Canada (Calgary, Sudbury, Thunder Bay, Vaughan e Winnipeg), in Colombia, Slovacchia e a Vienna. Le Sezioni si articolano in quasi 4.500 Gruppi. Ai 264.220 soci ordinari si aggiungono circa 80mila Aggregati.
Fedele a sentimenti, quali l’amor di Patria,
l’amicizia, la solidarietà, il senso del dovere, cementato durante la
naja, l’Associazione ha saputo esprimere queste doti, intervenendo in
drammatiche circostanze, nazionali e internazionali, dal Vajont (1963),
al Friuli (1976/’77) dove nacque di fatto la Protezione Civile
nazionale, dall’Irpinia (1980/81), alla Valtellina (1987), all’Armenia
(1989), all’Albania a favore dei kosovari (1999). E ancora in Valle
d’Aosta (2000), in Molise (2002), nell’Abruzzo terremotato (2009-’10),
in Pianura Padana (2012) e in Centro Italia (2016-’17).
I volontari della Protezione civile ANA sono circa 12mila e sono guidati da Gianni Gontero.
Tra le numerose opere a favore del prossimo l’Associazione ha costruito in due anni di lavoro volontario dei propri soci (1992/’93), un asilo a Rossosch,
al posto di quella che fu la sede del comando del Corpo d’Armata alpino
nel 1942, durante la Campagna di Russia. Per i due anni di lavoro i
volontari sono stati 721 suddivisi in 21 turni. Le ore di lavoro sono
state 99.643.
Analoga operazione, su richiesta del vescovo ausiliare di Sarajevo mons.
Sudar, è stata condotta a termine nel 2002, per ampliare un istituto scolastico multietnico a Zenica (Bosnia) che ospita studenti delle tre etnie: bosniaca, serba e musulmana.
In Mozambico dove nel 1993-’94 gli alpini di leva
parteciparono alla operazione umanitaria disposta dalle Nazioni Unite,
in un paese sconvolto dalla guerriglia, l’ANA ha costruito un collegio
femminile, un centro nutrizionale di accoglienza per bambini
sottonutriti e un centro di alfabetizzazione e promozione della donna.
Numerosi interventi sono stati promossi negli anni anche sul territorio nazionale. Nel Comune di Ripabottoni (Campobasso) è stata costruita una casa di riposo (2011). Nell’Abruzzo terremotato sono stati impegnati 8.500 volontari della Protezione civile ANA e il 14 novembre 2009 è stato inaugurato il “Villaggio ANA” a Fossa (L’Aquila)
dove, grazie alle somme raccolte dall’Associazione e da altri enti,
sono state costruite 33 case per gli sfollati del Comune abruzzese.
Sempre a Fossa è stata costruita la chiesa di San Lorenzo (inaugurata il 27 novembre 2010) e oltre a numerosi altri interventi effettuati sul territorio del capoluogo abruzzese.
In seguito alle gravi, ripetute scosse di terremoto in Centro Italia del
2016 e del gennaio 2017 l’ANA ha aperto una raccolta di fondi in favore
della popolazione, avviando dei progetti per la costruzione di edifici polifunzionali
in altrettante Regioni, a Campotosto (opera inaugurata nel novembre
2017), Visso (2017), Arquata del Tronto (2018), Accumoli e Preci.
Un capitolo a parte merita l’ospedale da campo. Il 19 marzo 1994 l’Associazione ha inaugurato un nuovo ospedale da campo avioelitrasportabile, gioiello unico in Europa e forse nel mondo già impiegato più volte in occasione di pubbliche calamità. Il personale medico e paramedico è quello delle strutture sanitarie più avanzate. Ultimo intervento in ordine di tempo è stato compiuto a Kinniya nel Sri Lanka dopo il devastante tsunami. Per 6 mesi è stata attivata una parte dell’ospedale con medici, infermieri, personale tecnico e volontari della nostra Protezione civile.
STAMPA ALPINA
Un settore di strategica importanza associativa è quello della stampa alpina. Il mensile associativo L’Alpino viene inviato ai soci esclusivamente in abbonamento ed ha una diffusione di 350mila copie.
Raggiunge gli iscritti in tutta Italia e in tanti Paesi del mondo,
dall’Australia al Canada, dalla Svezia al Brasile, al Sud Africa. Ci
sono inoltre altre 200 circa tra testate di Sezione e notiziari di Gruppo:
con queste la stampa alpina si colloca con il suo milione e mezzo di
lettori fra le principali correnti nazionali di informazione, nel
rispetto del principio di apartiticità.
Ogni anno i responsabili delle testate alpine si riuniscono in convegno itinerante, per discutere tematiche di interesse associativo.
Fra rappresentanti delle testate alpine e osservatori, questo convegno
che – grazie al fatto di essere organizzato ogni anno in una diversa
località, in aggiunta all’accresciuto interesse associativo nei riguardi
del mondo dell’informazione – è divenuto un appuntamento fondamentale
per chi scrive sui giornali alpini. E’ l’unica occasione, infatti, di
incontro ma anche di confronto dei direttori dei periodici sezionali e
dei notiziari di gruppo, giornali sempre letti con grande attenzione e
con spirito critico.
Esiste infine un canale informatico, il portale www.ana.it che contiene, fra l’altro, non solo il numero de L’Alpino del mese in corso ma anche i numeri precedenti. La redazione de L’Alpino cura anche la pubblicazione nel portale delle informazioni sull’ANA e di gran parte delle pagine del giornale.
A fine 2017 esce la prima puntata de L’Alpino settimanale televisivo, trasmesso dalle emittenti televisive di tutt’Italia e visibile in qualsiasi momento dal canale YouTube Ana.
STORIA DE L’ALPINO,
MENSILE UFFICIALE ANA
Cominciò quasi per caso. Nel 1919, quasi
contemporaneamente alla fondazione Associazione Nazionale Alpini, tre
ufficiali dell’8° reggimento alpini, reduci di guerra, mentre in libera
uscita passeggiavano per Udine, ebbero l’idea di pubblicare un
settimanale, in formato ridotto, per esaltare le glorie del reggimento,
con i suoi battaglioni, il “Tolmezzo”, il “Cividale”, il “Gemona”, e dei
battaglioni “Valle” e Monte” che avevano fatto parte dell’8°. I tre
ufficiali erano Italo Balbo, Aldo Lomasti e Enrico Villa e il
settimanale era L’Alpino.
Le prime 2500 copie del giornale furono esaurite in poche ore.
Oggi, quelle copie consunte dal tempo, con la testata Liberty e quel
sottotitolo “Di qui non si passa”, fanno sorridere; ma sono un pezzetto
di storia degli alpini, che sono tutt’uno con la storia d’Italia.
Oggi L’Alpino è il mensile ufficiale dell’Associazione
Nazionale Alpini, che conta circa 200 tra testate di Sezione di Gruppo.
La tiratura di queste testate sezionali varia da alcune migliaia ad
alcune decine di migliaia, mentre hanno una tiratura ridotta al numero
di iscritti (al massimo alcune centinaia di soci) i giornali di gruppo.
Per quanto riguarda L’Alpino, ha 11 numeri ed è diretto, da giugno 2012, da Bruno Fasani.
I suoi referenti sono i corrispondenti delle ottantuno Sezioni, in
Italia e all’estero. Come del resto tutte le cariche associative, i
collaboratori sono tutti volontari che non percepiscono alcun emolumento
(a parte, ovviamente, il personale amministrativo e di segreteria,
indispensabile ad una associazione con un così rilevante numero di
iscritti).
Le notizie riportate dal mensile associativo riguardano l’attività delle
sezioni e dei gruppi, dalle tantissime iniziative locali alla più
articolata e complessa opera dei volontari della Protezione civile
dell’ANA. Ma L’Alpino tratta pure problemi e argomenti che,
anche se apparentemente non riguardano direttamente la vita associativa,
si riflettono pesantemente su tutto il mondo alpino: come il nuovo
modello di difesa, con la drastica riduzione dei reparti alpini, e la
“sospensione” della leva obbligatoria, problema, quest’ultimo, che trova
tutta la stampa alpina schierata in difesa di valori insostituibili,
che sono indispensabili non soltanto agli alpini ma a tutto il Paese.
Pur affondando nella tradizione, L’Alpino è un giornale moderno
anche tecnologicamente. Computer e sistemi avanzati in redazione,
stampa esterna d’avanguardia, tempi di chiusura quasi da quotidiano.
L’INTERNATIONAL FEDERATION OF MOUNTAIN SOLDIERS (I.F.M.S.)
A consolidamento dei rapporti di amicizia e collaborazione che intercorrono da anni con le consorelle associazioni d’arma di montagna di tutto il mondo, nel 1985 è stata fondata su iniziativa della nostra Associazione l’I.F.M.S. (International Federation of Mountain Soldiers), alla quale aderiscono a tutt’oggi le associazioni dei soldati della montagna di Austria, Francia, Germania, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Polonia, Svizzera, Italia. Come osservatori vi sono inoltre le Truppe da montagna di Argentina e Cile. Il segretario generale ricopre questa carica per un triennio, ed è designato a rotazione. Segretario generale dall’ottobre del 2015 è il gen. (alpino) Renato Genovese.