Scritto da: Emanuele Midone
Fonte:http://www.agoravox.it/11-settembre-2500-malati-di-cancro.html
“Cristo santo“, dice Jacob (Philip Seymour Hoffman) davanti alle vetrate dell’appartamento dell’amico. Sotto di lui, un cantiere gigantesco, illuminato perennemente dalle luci spettrali e bluastre dei riflettori.
“Già“, risponde Barry (Frank Slaughtery), sedendosi sul davanzale e guardando sconsolato verso il cratere dove, fino a qualche mese prima, svettavano le Torri Gemelle.
“Il New York Times dice che qui l’aria è malsana“
“Ah, sì? Beh, vaffanculo il Times, io leggo il Post. La sanità dice che è buona“
“Qualcuno racconta balle“
Risate sommesse.
La scena è tratta da La 25ª ora, un film di Spike Lee del 2002 considerato (a ragione) tra le sue opere migliori. È la prima volta che le cineprese di Hollywood filmano il vuoto di Ground Zero. Il critico cinematografico Mick LaSalle ha scritto, a tal proposito, che “La 25ª ora è l’unico, grande film a fare i conti con la tragedia dell’11 settembre. È un documento storico urbano, proprio come Roma Città Aperta di Rossellini, filmato subito dopo l’occupazione nazista di Roma”.
Sono passati quasi tredici anni, ma quel dialogo è tornato improvvisamente d’attualità. Aveva ragione Jacob, qualcuno raccontava balle. A dare la notizia (più di 2500 persone che hanno lavorato nella zona del World Trade Center hanno il cancro) stavolta non è il New York Times, ma il New York Post, il giornale letto dallo strafottente Barry.
Il World Trade Center Health Program è un centro di assistenza sanitaria, voluto dalla presidenza Obama, che fornisce prestazioni mediche a tutte le persone coinvolte negli attentati terroristici dell’11 settembre (incluso quello al Pentagono e l’aereo schiantatosi a Shanksville, in Pennsylvania).
L’ultimo rapporto stilato dalla filiale di New York dell’WTCHP, che ha sede nel celebre Mount Sinai Hospital di Manhattan, enumera 1655 persone affette da cancro. La cifra supera i duemilacinquento invidui (2518), se si considerano anche pompieri e paramedici impegnati nei soccorsi dopo il crollo delle torri e degli altri edifici circostanti.
Gli epidemiologi del WTCHP affermano che i lavoratori “9/11” hanno contratto certi tipi di cancro – in particolare alla prostata, alla tiroide, insieme a leucemie e diversi tipi di mielomi – in cifre “significativamente maggiori” rispetto al resto della popolazione. Una correlazione nota da tempo (ne ha parlato anche Michael Moore in Sicko, un documentario del 2006), ma di cui non era stata compresa la portata.
Il crollo del World Trade Center, l’11 settembre 2001, provocò una montagna di fumo che coprì l’isola di Manhattan per giorni, estendendosi in altre parti di New York – soprattutto a nord, verso il Bronx, a est nel Queen’s, e a sud nel New Jersey. La nube tossica, contenente tonnellate di polveri sottili sprigionatesi dai detriti, investì più di 20mila persone (i ricoveri per problemi respiratori furono 18mila).
Il dipartimento della sanità dello stato di New York ha documentato con certezza 204 morti tra i lavoratori impegnati nelle operazioni di soccorso. Ma, come dichiara il Victim Compensation Fund dell’11 settembre, “è impossibile calcolare il numero esatto di persone morte a causa della nube”.
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