Scritto da: Massimo Crivelli
Fonte: L’Unione Sarda
L’Asia ama la nostra cultura
e adesso scopre la Sardegna
HONG KONG. «Pensa un po’,
quel matto si è messo in testa
di promuovere Grazia
Deledda in Asia».
Il matto, nell’ironica ma
affettuosa definizione data
da un amico, è Ciriaco Offeddu,
65 anni, nuorese, ingegnere
e consulente per le
aziende italiane all’estero,
una vasta esperienza maturata
in Europa e poi a Singapore
e Hong Kong, appassionato
cultore della letteratura
e “anima” del blog Beyond
39, piattaforma internazionale
di scrittori.
IL PROGETTO. La sua sana
follia consiste nel credere
fermamente che non ci sia
una molla più potente della
cultura per penetrare in un
mondo, come quello cinese,
che a livello organizzativo
ed economico ormai non ha
nulla da imparare dall’Occidente
e men che meno da
un Paese in crisi come il nostro.
Tuttavia l’Italia emana
ancora un forte fascino con
la sua storia, l’arte, la musica
(i cinesi son pazzi per la
lirica) e tutto ciò che gravita
intorno alla cultura, appunto.
Scoprire – ad esempio
– che la Sardegna, remota
isola del Mediterraneo,
ha dato i natali a un Premio
Nobel, è stata quasi una folgorazione
per i molti amanti
cinesi della letteratura italiana.
Partendo da questi presupposti
Offeddu e gli amici
di Beyond 39, con il fondamentale
sostegno dell’Istituto
Italiano di Cultura,
hanno ideato un progetto
che ribalta completamente i
canoni fin qui seguiti per
propagandare la Sardegna:
partire cioè dalla potente
suggestione letteraria e
identitaria dei romanzi deleddiani
per invogliare il
mercato asiatico a scoprire
l’Isola, le sue attrattive turistiche,
la qualità dei prodotti
artigianali ed enogastronomici.
GLI EVENTI. Dopo un periodo
di gestazione che aveva
già prodotto interessanti appuntamenti
lo scorso inverno,
nell’ultima settimana di
maggio sono andati in scena
a Macao e Hong Kong due
eventi di straordinario successo.
Prima tappa, mercoledì
28 maggio, nella suggestiva
cornice del Museu de
Macau, diretto da Chan
Ieng Hin, nel cuore della ex
colonia portoghese, un tempo
avamposto cristiano in
Oriente. Ciriaco Offeddu e
Angelo Paratico (brillante
scrittore milanese) hanno
introdotto il seminario deleddiano
lasciando poi spa-zio a una piccola pièce teatrale.
Lo scrittore spagnolo
Juan Josè Morales si è prestato
a fare da spalla all’attrice
Nicole Garbellini che,
nei panni di Grazia Deledda,
ha fissato poeticamente
i tre momenti chiave della
straordinaria esperienza
della scrittrice nuorese. È
poi toccato a due intellettuali
sardi, il professore di
filosofia Ugo Collu e il docente
di Filologia italiana all’Università
di Cagliari, Giuseppe
Marci, il compito di
tratteggiare e raccontare al
folto pubblico il personaggio
Grazia Deledda. Collu ha illustrato
«Il mondo della Deledda
», le fonti della sua formazione,
il suo tormentato
rapporto con Nuoro, gli elementi
ricorrenti nella sua
produzione letteraria, la sua
appartenenza a quel genere
identitario (Xiangtu per i cinesi)
che le permette di eccedere
il locale. Marci, dopo
un prezioso prologo sulla
continua riscoperta della
Sardegna e argute riflessioni
sulle opinabili idee di
D.H. Lawrence in merito all’opera
deleddiana, ha incentrato
la sua relazione (“Primitivismo e modernità:
La Madre di Grazia Deledda”)
sulla convinzione
che questo romanzo, difficilmente
ascrivibile a un
ambito di primitivismo inteso
come esclusione dalla
civiltà, debba invece essere
letto come anticipatore di
alcuni tratti del mondo contemporaneo.
La parte conclusiva
della serata è stata
riservata al missionario veneto
Gianni Criveller che
ha affrontato il tema della
religiosità nell’opera deleddiana.
Due giorni dopo, il 30
maggio, è stato il Museum of
Medical Sciences di Hong
Kong ad ospitare il secondo
evento. Sala affollatissima
(e addobbata con la bandiera
dei quattro mori), intensa
partecipazione, un grande
successo che ha provocato
anche qualche comprensibile
momento di
commozione fra i tanti sardi
presenti. La stampa locale
ha definito «outstanding»
(eccezionali) le presentazioni
di Collu e Marci. Xu
Xi, direttrice del Master di
scrittura creativa della City
University of Hong Kong,
leader della delegazione che
ai primi di ottobre arriverà
per un seminario a Nuoro, è
rimasta letteralmente rapita
dal mondo deleddiano e sinceramente
meravigliata dalla
grande professionalità dei
relatori.
ORIZZONTI. Il seme è stato
piantato e promette di dare
ottimi frutti. Quella che a
prima vista poteva anche
sembrare un’iniziativa eccentrica
e troppo audace si
sta già rivelando vincente.
L’Asia ha fame della nostra
cultura e la Sardegna può
essere, per l’ennesima volta,
riscoperta. Un mercato
sterminato ci apre le sue
porte. Facciamo in modo di
non chiuderle per ignoranza
o, peggio, indifferenza.
Una scommessa vincente sull’Isola
HONG KONG. Matteo Fazzi, toscano di
Carrara, è il giovane direttore dell’Istituto
Italiano di Cultura a Hong Kong.
Per lui un incarico di prestigio nella regione
amministrativa speciale della Cina,
ex colonia inglese, una metropoli
di oltre 10 milioni di abitanti dove non
esiste la disoccupazione e il livello di
organizzazione sociale (e di reddito individuale)
è altissimo. Fazzi ha fortemente
voluto l’evento deleddiano ed è
soddisfatto per il grande successo: «È
stata una serata di grande spessore –
dice – che ripaga in pieno i nostri sforzi
». L’iniziativa sta già spianando la
strada ad altri progetti. A ottobre sarà
in Sardegna una delegazione della City
University of Hong Kong, capitanata
da Xu Xi, scrittrice di orgine indonesiana,
per un seminario creativo che vedrà
impegnati altri studiosi come Marilyn
Chin, Luis Francia, Robin Hemley,
Justin Hill, Sharmista Mohanty, James
Scudamore e Ravi Shankar. Ma, nella
cerchia di Beyond 39, si sta facendo
largo l’idea di promuovere un aggiornamento
delle traduzioni in inglese
delle opere deleddiane (in particolare
di “Canne al vento”) e soprattutto di
arrivare all’agognata traduzione in cinese.
Con l’Università di Cagliari potrebbe
presto aprirsi un canale di
scambio di studenti (una sorta di Erasmus
in salsa asiatica) e sembra inoltre
che possa vedere la luce, già nel 2015,
una settimana sarda a Hong Kong
(sempre con il contributo dell’ICI)
aperta questa volta anche agli aspetti
storici, archeologici, artigianali, del design,
del turismo e dell’enogastronomia
di qualità. Le idee non mancano e l’entusiasmo
è contagioso. (m. c.)