Scritto: Andrea Centini
Fonte: http://www.articolotre.com/
E’ il risultato di una lunga ricerca iniziata nel 1976 dal Copenhagen City Heart Study presentato all’EuroPRevent 2012 di Dublino. Gli uomini ne beneficiano in maniera leggermente maggiore rispetto alle donne.
“I risultati della ricerca permettono di rispondere definitivamente alla domanda se il jogging faccia bene o meno alla salute.
Si può asserire con certezza che praticare jogging regolarmente allunghi sensibilmente la vita. La buona notizia è che non è necessario esercitarsi intensamente e frequentemente per trarne eccellenti benefici”. E’ il positivo commento rilasciato dal professor Peter Schnohr -cardiologo in capo del progetto Copenhagen City Heart Study- ai margini di una conferenza dell’EuroPRevent 2012, meeting organizzato dall’Associazione Europea per la Prevenzione e Riabilitazione Cardiovascolare (EACPR) attualmente in corso di svolgimento a Dublino (Irlanda).
Il dibattito sulla salubrità del jogging è iniziato negli anni ’70, quando alcuni uomini di mezza età persero la vita praticando questa tipologia di attività fisica: “Da allora -spiega Schnohr- alcuni suggeriscono che il jogging potrebbe essere troppo faticoso e pericoloso per le persone di una certa età. Noi possiamo finalmente dimostrare il contrario”.
Dallo studio, condotto su 20.000 uomini e donne tra i 20 ed i 93 anni di età, è emerso che per chi pratica questa attività il rischio di mortalità si riduce del 44% e soprattutto vi è un enorme beneficio in termini di longevità: 6,2 anni per gli uomini e 5,6 anni per le donne. Il risultato è ancor più sorprendente se si considera che i maggiori benefici si ottengono correndo tra una e due ore e mezza alla settimana (in due o tre sessioni) a ritmi lenti o moderati, senza “ammazzarsi” di fatica. “Il rapporto -spiega Schnohr- appare molto simile a quello relativo all’assunzione di alcol. La mortalità è più bassa nelle persone che dicono di fare jogging in modo moderato rispetto ai non appassionati di podismo o a coloro che si allenano a livello estremo. Il jogging ideale è quello che fa aumentare il ritmo del respiro e non ansimare”.
Tutti i partecipanti dello studio, sottoposti a visite regolari, sono stati invitati a rispondere ad alcune domande circa le proprie abitudini di joggers e sulla percezione del ritmo sostenuto (lento, moderato e veloce). I dati sono stati rilevati per 35 lunghi anni in quattro periodi distinti (1976-1978, 1981-1983, 1991-1994, 2001-2003) ed hanno consentito agli studiosi del Copenhagen City Heart Study, che ha sede presso il Bispebjerg University Hospital di Copenhagen, di amplificare la documentazione statistica su alcune malattie. Tra esse allergie, insufficienza cardiaca, malattie polmonari e cardiovascolari, demenza senile, apnea del sonno, epilessia, malattie genetiche ed ictus. Nel corso del progetto di ricerca sono stati registrati 10.158 decessi tra i sedentari e solo 122 tra i podisti, un dato che se legato ad altri fattori statistici (come ad esempio l’età) ha fatto determinare agli studiosi l’abbassamento del rischio di mortalità del 44% per gli amanti del jogging.
Al termine della conferenza il professor Peter Schnohr ha elencato tutta una serie di benefici apportati alla salute praticando jogging: “Migliora l’assorbimento dell’ossigeno, aumenta la sensibilità all’insulina, abbassa la pressione sanguigna, riduce l’aggregazione piastrinica, previene l’obesità, migliora la funzione cardiaca, ossea ed immunitaria, migliora il profilo lipidico, riduce i marcatori delle infiammazioni e gioca un ruolo positivo anche nel benessere psicologico”. Secondo Schnohr il miglioramento della funzione psicologica deriva anche dal fatto che le persone che praticano jogging hanno maggiori opportunità di interazione sociale.