Scritto da: Chris Parsons
Fonte: http://www.dailymail.co.uk
Traduzione per la patatina fritta: Francesco Fontana
Una ragazza pakistana, ex-ballerina, ridotta in fin di vita a seguito di una orribile aggressione con acido, si è suicidata un decennio dopo essere stata gravemente sfigurata al volto.
Fakhra Younus, 33 anni, si è lanciata verso la morte dal sesto piano di un edificio di Roma, dodici anni dopo l’aggressione con acido che l’ha ridotta, a detta sua, a sembianze “non umane”.
Al tempo dell’attacco nel maggio del 2000, il suo ex-marito Bilal Khar, fu l’uomo accusato di essere entrato in casa della suocera e di aver versato l’acido sul viso di Yonus mentre dormiva.
L’aggressione, che ebbe luogo di fronte al figlio di cinque anni, la ridusse in lotta per la vita ed incapace di respirare.
Il suo naso fu quasi completamente sciolto e Yonus è stata sottoposta a 39 interventi chirurgici nell’ultimo decennio per curare il suo viso sfigurato.
Il terribile attacco bruciò inoltre i suoi capelli, fuse le sue labbra, la accecò ad un occhio , distrusse il suo orecchio sinistro e le sciolse il seno.
Dopo essere stata trasportata d’urgenza in ospedale dichiarò “la mia faccia è una prigione per me” e in quei momenti il suo giovane figlio affranto disse “questa non è mia madre”.
Yonus emigrò in Italia dopo l’attacco per vivere a Roma e sottoporsi alle cure.
Tuttavia il 17 marzo ha deciso di togliersi la vita dopo aver lasciato un messaggio nel quale dichiarava di voler compiere l’estremo gesto contro il silenzio della legge sulle atrocità ed insensibilità dei governanti pakistani.
Bilal Khar venne arrestato nel 2002 ed accusato del tentato suicidio di Yonus, per poi essere rilasciato su cauzione solo cinque mesi più tardi.
Kahr, un ex-parlamentare e figlio di un ricco governatore pakistano, fu infine assolto per l’attacco, sebbene molti ritengano che egli abbia sfruttato le conoscenze familiari per sfuggire alla condanna.
Dopo la notizia del tragico suicidio di Yonus, Kahr ha continuato a dichiararsi estraneo all’attacco, sostenendo in un’intervista televisiva che un altro uomo con il suo stesso nome avesse commesso il crimine.
Kahr ha affermato che la ex-moglie si è suicidata per motivi economici e non a causa delle terribili lesioni.
Secondo la fondazione Aura (un’organizzazione per i diritti delle donne), più di 8500 attacchi con acido, matrimoni forzati ed altre forme di violenza verso le donne sono stati riportati nel corso del 2011 in Pakistan.
Il governo pakistano ha recentemente introdotto nuove leggi contro le aggressioni con acido, dichiarando che gli attacchi passati in giudicato condurranno ad una pena non inferiore ai 14 anni di carcere.