Scritto da : Stefano Moracchi
Fonte: http://attuazionista.blogspot.it/
Tutta basata sulla “logica del consumatore”, la “politica” di Grillo è la diretta espressione del “mascheramento” della “questione economica” e, proprio per questo, egli rappresenta il migliore alleato, in questa fase, degli interessi d’oltreoceano che hanno portato il “tecnico” Monti alla guida del governo.
Di comiche distrazioni politiche, che hanno favorito le varie transizioni alla sottomissione, ne abbiamo avute diverse, come quella del pupazzetto Benigni, assoldato dalla presidenza della repubblica per raccontare al “popolo italiano” la favoletta dell’Unità d’Italia. Solo un comico può seriamente assolvere il compito di stravolgere l’ordine dei fattori determinanti. Immaginate se, davanti a milioni di italiani, il comico Benigni avesse detto che l’unità d’Italia fosse nata attraverso un debito pubblico di milioni di lire di quell’epoca grazie a un prestito capestro concesso dai banchieri Rothschild e Hambro al fantoccio Cavour.
Se è triste rimpiangere un uomo come Craxi, è veramente tragico, un giorno, dover rimpiangere una nullità come il Trota. Allora, veramente, si avrà la consapevolezza del degrado politico, culturale e sociale raggiunto.
Persistendo nel mettere l’accento sulle ruberie, i privilegi e le manovre economiche, lasciando scoperto il fronte della comprensione politica che guida le dinamiche economiche, come ci si può aspettare qualcosa di diverso da un Grillo?
Che poi, Grillo stesso rappresenti l’utile idiota della transizione, questa è cosa di poco conto rispetto all’economia politica del discorso generale.
Quello che conta, è che non si vuole, e deve, mettere in luce il persistere del mascheramento, dell’occultamento di quella che è la vera posta in gioco: la completa disfatta di tutta la struttura organizzativa di quello che resta di questo Stato.
Il cambio dei rapporti sociali di produzione non avviene semplicemente sulle resistenze passive, ma soprattutto attraverso quelle attive giocate sulle mediazioni determinanti, interpretando le facili connessioni tra causa ed effetto dove, chi tira le fila, è completamente invisibile all’interno del marasma.
Assumere la veste del rappresentante dei consumatori facilita la distruzione delle mediazioni gestite dagli utili idioti di turno e allo stesso tempo favorisce il cambio dei rapporti sociali tutto a favore degli interessi del paese dominante in quanto, mettere in sintonia il consumatore con il produttore, è lo scopo principale di qualsiasi sottomissione democratica.
Nel concetto di consumatore c’è già tutto il progetto criminale in corso. Si annullano, apparentemente, i rapporti sociali determinanti e non si capisce verso chi, il consumatore, dovrebbe consumare la sua esperienza di vita.
Chiaramente, il personaggio Grillo è utile come esempio per dimostrare il pericolo che si corre nel mettere in primo piano il fattore economico rispetto a quello politico.
Il cambio di una criminale politica economica lo si ottiene attraverso il cambio di chi detiene il controllo dei mezzi di produzione. Difendere il presunto consumatore, addirittura consegnandolo totalmente a coloro che detengono criminalmente il controllo della produzione, è proprio nell’interesse di coloro che hanno consegnato il paese a Monti.
Quando ci si accorgerà che, tutto ciò che è nell’interesse dei criminali apparentemente coincide con l’indignazione generale e, soprattutto, popolare, solo una minoranza organizzata per interessi particolari sarà in grado di consumare quello che una maggioranza divisa e inconsapevole produce, senza peraltro essere in grado di consumare un bel nulla.
Un paese libero è composto da produttori. Un paese sottomesso non può che avere consumatori.